venerdì 20 dicembre 2013

Menu di Joia

Definire chef Pietro Leemann, patron del ristorante Joia di Milano, è un po’ come definire Socrate uno scrittore. 

Gli alimenti  sono la sua attività quotidiana, certo, i piatti sono il prodotto finale che offre ai suoi clienti, ma dietro ognuna delle sue proposte c’è una filosofia che coniuga la ricerca nutrizionale, i principi naturalistici dell’ alternanza delle stagioni e la spiritualità.  

E se tutti questi concetti sono spiegati con estrema precisione nelle note che accompagnano il suo sito, niente come vederlo all'opera può  aiutare a capire quali sono le radici della gioia, anzi della Joia, espressa in ogni sua creazione.  
A noi è successo durante una serata di Milano Food Week, quando per caso siamo entrati nel palazzo dei giureconsulti, proprio di fronte al Duomo di Milano, dove stava tenendo il suo cooking show. 
Mentre cucinava, raccontava delle basi spirituali della sua cucina, che nascono dalla filosofia indiana di cui è studioso e seguace, e che vede al primo posto l'esigenza di un' alimentazione vegetariana, nel rispetto di tutti gli esseri vivent
Il secondo precetto è l'astensione da tutte quelle sostanze che alterano la percezione della realtà, come le
droghe, l'alcol e il caffè. Questo per consentire al corpo di avere una visione corretta del mondo che lo circonda e per tenere sotto controllo le passioni e non essere controllato da esse. 

Una filosofia, insomma, che tiene d'occhio tutti e tre gli aspetti che sono propri dell' essere umano: il corpo, la personalità e la spiritualità. Valori che secondo la filosofia di Leeman devono trovarsi anche in ogni corretto regime alimentare, e che non devono mai essere scollegati dal piacere di gustare qualcosa di buono. 

Il piacere, il divertimento, l'allegria sono infatti una delle caratteristiche principali dei coloratissimi e profumati piatti di questo vero genio della cucina: potete scoprirli tutti visitando il suo sito o, meglio ancora, il uo ristorante.  Per darvene un' idea, vogliamo chiudere questo post descrivendo uno dei suoi classici: "Il  raviolo a mano".

Si tratta di un disco di pasta sfoglia sottile su cui viene posata una coloratissima ratatouille di peperoni, melanza  con pinoli, uva sultanina e il profumo della santoreggia. Tutto questo viene tenuto, è proprio il caso di dirlo, da uno strato di sfoglia tagliato a forma di mano  che viene poi condito con una freschissima salsa di limone e latte di mandorle. 

Perché una cucina salutare può anche essere allegra, oltre che di grande classe. E anche questo è un FOOD FACT. 

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